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A che serve essere vivi se non si ha coraggio di lottare?


Un essere che si abitua a tutto. Ecco, credo, la migliore definizione dell’uomo.

Fëdor Dostoevskij


Abituarsi a tutto, convinti che l’impossibilità di reagire sia intrinseca nella nostra epoca attuale. Convinti dell’ineluttabilità del destino. Convinti che con l’indifferenza il problema ci aggirerà senza toccarci.

Ieri 20 marzo 2010 XV Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie eravamo 150 mila a smentire tutto questo. Eravamo lì a Milano, giunti da tutt’Italia, con la certezza che solo stando assieme le cose cambieranno. In un mondo dominato dalla superficialità, la consapevolezza di una sterzata radicale non solo deve essere necessaria ma deve essere un obiettivo da porsi, perché solo la piena coscienza porta rinnovamento.

Ed è per questo che c’è bisogno di un impegno costante, di un’azione prolungata mirata alla rinascita delle coscienze, di una pratica e una promozione della legalità in ogni sua forma, di una maggior diffusione della cultura, c’è bisogno di uno stimolo costante che porti a riscoprire il rispetto di se stessi e degli altri. C’è bisogno di una nuova “primavera dei popoli”!


Uno dei passi fondamentali è certamente la memoria.

La memoria è un onore e un onere, ricordare ciò che è stato per evitare ciò che sarà e per far si che queste morti, che queste persone non diventino solo un “flatus vocis”.


-SPIKE-

PS = A breve foto e video della giornata

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