Campo Gruppo Abele “InOnda”

Dal 19 ottobre al 22 ottobre una delegazione di Terradiconfine e due attiviste di Libera Campania hanno preso parte al Social Camp di formazione del Gruppo Abele ONLUS “InOnda” tenutosi a Murisengo (AL), lì sono stati ospitati all’interno della Cascina Abele di Murisengo dove hanno affrontato vari temi: dipendenze, consumi, ritiro sociale, crisi climatica e migrazioni.
Durante il campo i ragazzi hanno avuto modo di interfacciarsi con vari ospiti che lavorano giorno dopo giorno all’interno delle molteplici realtà del Gruppo Abele, tra i quali Don Luigi Ciotti, che ha raccontato loro la storia della ONLUS.

Durante la prima giornata i ragazzi hanno avuto modo, attraverso attività ludiche, di presentarsi tra loro e capire cosa si aspettavano dal campo, successivamente hanno vissuto un momento di formazione sulla comunicazione, durante il quale è stata lanciata loro una sfida da portare a termine entro fine campo: realizzare una campagna su uno degli argomenti che avrebbero affrontato durante i giorni successivi. Hanno poi avuto modo di ascoltare la testimonianza di Don Ciotti e “sfamare” tutte le loro curiosità.
La giornata si è conclusa con un gioco a squadre, che ha permesso ai partecipanti tutti di confrontarsi e conoscersi meglio.

Durante la seconda giornata i ragazzi hanno affrontato, durante la mattinata, il tema delle dipendenze e i consumi grazie anche ad un laboratorio attraverso il quale i ragazzi hanno dovuto scrivere una parola o una frase in riferimento a varie parole: Dipendenza, Tossicodipendenza, Consumo e Consumo controllato. Grazie a quest’iniziativa hanno tutti avuto modo di esprimersi, partecipare al successivo dibattito e chiarire o approfondire alcune sfumature di queste tematiche.
Nel pomeriggio i partecipanti hanno trattato i temi di immigrazione e ambiente, ed è stato affidato loro il compito di descrivere, nel modo in cui preferivano, come si sarebbe presentata una città Italiana nel 2050 in determinate circostanze: Venezia inondata, Torino con aria irrespirabile e Astigiano senza viti d’uva.
Nel tardo pomeriggio hanno fatto visita alla Cascina Caccia dove li attendevano i volontari che in questo periodo presidiano la struttura, e insieme a loro hanno ripercorso la storia della Cascina fino ad oggi, la quale è un bene confiscato alla ‘Ndrangheta, in particolare alla famiglia Belfiore, accusata di essere mandante dell’omicidio del giudice Bruno Caccia e alla quale è stata affibbiato il più grande sequestro di cocaina d’Europa.

Durante il terzo giorno sono stati divisi in tre gruppi per visitare tre località dove il Gruppo Abele è presente: la Co-housing in Via delle Orfane 15, Cascina Tario e il Condominio Solidale in Via Pacini.

Il primo gruppo di ragazzi è stato accolto all’interno della co-housing, un ex convento ora dedito all’accoglienza di un massimo di 12 persone, dal responsabile, Dario che, insieme agli attuali residenti, ha guidato il gruppo in un tour della struttura; successivamente hanno scoperto il progetto “Nove e ¾”, che nasce nel 2020 con lo scopo di aiutare le persone che vivono nella condizione di ritiro sociale. Questi momenti di informazione sono stati seguiti da un momento di abbellimento del cortile e preparazione del pranzo consumato insieme ai residenti della co-housing. Al termine della giornata vi è stato un momento di restituzione dove ogni ragazzo ha scritto, su una stoffa bianca, una parola che potesse, in qualche modo, riassumere la giornata.

Il secondo gruppo si è recato alla casa alloggio Cascina Tario, dove i ragazzi hanno avuto modo di ascoltare la storia del luogo e delle persone che lo vivono quotidianamente, e la testimonianza di persone che negli anni ‘90 hanno contratto l’HIV per poi condividere con loro il pranzo e qualche momento ludico.

Il terzo gruppo si è recato al Condominio solidale in via Pacini dove sono state mostrate loro le varie attività presenti: Drop-in, Drop-out, Centro diurno per persone con tossicodipendenze, Centro di accoglienza per donne senza fissa dimora e il Centro Crisi, che a breve riaprirà con il nome “Molo 18”, dedito alla presa in cura di persone con tossicodipendenze, in particolare persone che fanno uso di crack. Successivamente i ragazzi hanno avuto modo di pranzare all’interno del centro di accoglienza e anche di confrontarsi con le donne che quotidianamente vivono questo ambiente.

Durante l’ultimo giorno di campo i ragazzi si sono spostati all’interno del Centro Commensale Binaria (TO) dove hanno vissuto un momento di restituzione delle campagne da loro create e hanno insieme condiviso le emozioni che hanno provato e cosa è rimasto loro del campo attraverso un’attività ludica.
Tutti i partecipanti e lo staff si sono poi salutati con una pizza e una Mole Cola, augurandosi il meglio.

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