Ciro Colonna è un ragazzo morto a 19 anni in un agguato di camorra a Ponticelli il 7 giugno 2016: si è piegato per raccogliere gli occhiali che gli erano caduti a terra mentre tentava di scappare. E questo semplice, innocente gesto, gli è costato la vita. Quegli occhiali, infatti, potrebbero essere stati scambiati per un’arma dai sicari entrati nel tardo pomeriggio nel circolo ricreativo di via Cleopatra a Ponticelli per uccidere Raffaele Cepparulo, boss dei “Barbudos”.
Per il quartiere Ciro è l’ennesima vittima innocente di una guerra di camorra che si combatte in tutti i quartieri della città. “Ciro deve essere etichettato come un camorrista perché viveva qui? – chiedono – la sua condanna è di abitare a Ponticelli. Tutti noi sappiamo che in realtà era un bravo ragazzo”.
Disperati il papà Enrico e la mamma Adelaide: “Nostro figlio ha subito un’ingiustizia, dicono, non c’entrava niente, era un pezzo di pane”.
I cittadini di Ponticelli ribadiscono da subito che Ciro non aveva nulla a che fare con la camorra. Avrebbe pagato con la vita il fatto di frequentare il circolo abusivo ricavato in un terreno delle case di edilizia popolare tirate su dopo il terremoto. Qualcuno si chiede: ma se è innocente, che ci faceva in quel circoletto abusivo con il capo dei “Barbudos”? “Questo è l’unico posto per i ragazzi del quartiere – dice un residente del lotto O – dove volete che andasse? Era pomeriggio e si è ritrovato qui con gli altri giovani della zona. Questa è la sua colpa? Basta per descriverlo come un criminale?”. La rabbia del rione è forte. “Guardate come è ridotta questa periferia – dicono i residenti – siamo abbandonati. Si ricordano di noi solo quando ci sono le elezioni. Siamo voti, non esseri umani. Persino il campetto della chiesa è ridotto in condizioni vergognose”.
Il 14 giugno viene organizzata dal movimento Un popolo in cammino di cui Libera è parte integrante una fiaccolata: scende in piazza tutto il quartiere, più di 1500 persone hanno sfilato al lotto O, a pochi passi dal luogo dell’omicidio. Al termine del corteo, un gruppo di amici conclude la fiaccolata nella piazzetta Egizio Sandomenico, davanti alla statua in memoria delle vittime della strage del 1989 e di tutte le vittime innocenti della criminalità. Quel simbolo ancora una volta testimonia la brutalità della camorra, ma anche la volontà di non piegarsi a essa.
Ma non basta! Si riparte proprio dal campetto per fare qualcosa di concreto, per riqualificare il territorio in un’area completamente abbandonata.
Il 9 luglio, dopo appena un mese dalla morte di suo figlio, Enrico Colonna insieme alla sua famiglia, agli amici di Ciro, a un gruppo di volontari, al movimento Un popolo in cammino, alle associazioni “Un’infanzia da vivere” di Caivano e “Francesco Paolillo” di Ponticelli, hanno ridato vita al campetto di calcio del Lotto O di Ponticelli e quel campetto è stato dedicato alla memoria di Ciro. Tutto è stato fatto solo grazie a donazioni e al lavoro dei volontari. In questa storia c’è la testimonianza di un grande amore: per Ciro, per il proprio quartiere, per la propria gente e il desiderio che il dolore possa diventare bellezza, memoria, rinascita, speranza.
Il 14 marzo 2017, a meno di un anno dalla scomparsa di Ciro Colonna, c’è stata l’inaugurazione ufficiale di un’area a lui dedicata: giostre, aiuole e un campo di calcio saranno da oggi in poi, a disposizione dei giovani del Lotto 0 e di Ponticelli, che continueranno a prendersene cura con una manutenzione costante dei luoghi. Così come da mesi hanno fatto i volontari del Presidio di Libera di Ponticelli, intitolato alle vittime della strage dell’ 11 Novembre 1989, Terra di Confine e la rete Un Popolo in Cammino. La mamma Adelaide e la sorella Mary sono state testimoni della promessa che l’intero quartiere si è impegnato nella riqualificazione del territorio.
La testimonianza dei familiari di Ciro è l’espressione più profonda della civiltà dell’amore che, pur avvertendo il profondo senso di vuoto lasciato da un ragazzo così buono e per bene, supera la tentazione della rassegnazione, dando prova di impegno e di coraggio nella lotta contro le camorre. La famiglia di Ciro dichiara che non molleranno mai nella ricerca di verità e giustizia.
A una settimana dal 21 marzo, primo giorno di primavera e XXII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle Vittime Innocenti delle mafie, il Lotto O a Ponticelli diviene simbolo di rinascita e concentra l’attenzione delle istituzioni.
Il 6 e il 7 giugno, in occasione del primo anniversario della morte di Ciro, animati dallo spirito di S. Agostino facendo nostra una sua massima: “coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dove erano, ma sono ovunque noi siamo”. Scenderemo ancora in campo per risistemare le aiuole, le reti intorno al campetto, a piantare fiori e a partecipare a una celebrazione eucaristica in suffragio di Ciro, nella chiesa di S. Chiara e S. Francesco. Ci prendenderemo un nuovo impegno: realizzare un murales artistico. Un altro passo in avanti per essere testimoni di bellezza e costruire luoghi di speranza.