Napoli 18 dicembre 2014
Per prendere distanza dall’iniziativa di ieri “La legalità vista con gli occhi dei bambini”.
Ieri a Ponticelli, presso il teatro cinema Pierrot c’è stata un’iniziativa, promossa da una serie di realtà locali e regionali con il patrocinio del Comune di Napoli, dal titolo “La legalità vista con gli occhi dei bambini” durante la quale è stato presentato un calendario con foto di bambini insieme a personalità delle istituzioni che hanno fatto da testimonial.
Il ricavato della vendita avrebbe dovuto essere devoluto alla nostra organizzazione Terra di Confine che opera a Ponticelli dal 2008 e che affronta tante tematiche, ma che ha tra i suoi punti chiave l’educazione e crescita corresponsabili dei ragazzi del territorio, con un particolare occhio alla memoria delle vittime di mafia, all’appartenenza territoriale e all’impegno civile e responsabile.
Tale iniziativa ci vedeva destinatari dei futuri fondi raccolti e ci ha visto in un primo momento accettare la possibile donazione, senza essere coinvolti dal punto di vista decisionale e organizzativo dell’evento.
Un’iniziativa come quella di ieri ha un valore di testimonianza stimabile e trova il nostro appoggio morale, ma non una nostra partecipazione ideale e pratica.
Dobbiamo assolutamente riprenderci la parola “Legalità”, come qualche giorno fa ci invitava a fare Cafiero De Raho. In momenti in cui tutti parlano di “legalità” con fare sostenibile, a pillole, durante eventi sporadici, noi abbiamo deciso di agire con un stile d’azione diverso, che vede la creazione di percorsi continuativi per i ragazzi.
“Distinguere per non confondere” le radici sane da quelle che non lo sono fa sì che, partendo da esse, queste arrivino fino ai frutti di quell’impegno che prende il nome di lavoro equo e di diritti reali che non lasciano nessuno indietro.
Ieri durante la giornata abbiamo però riscontrato da una parte dell’organizzazione un atteggiamento a noi già molto noto: hanno confuso il nostro operato silente, come quello dei cavalli che quando galoppano non alzano polvere, per un lavoro subordinato ad una sola persona, il quale è oramai finalizzato al puro conseguimento di obbiettivi elettorali, allontanando una matrice, seppur acerba, di volontà reale d’azione sul territorio.
Il quartiere non lo si cambia con slogan o eventi sporadici, ma con l’impegno, quello che dalla stanchezza trova forza.
Il rispetto tra le persone va aldilà della legalità e rientra, senza forzatura, in quei due diritti spesso abusati che sono libertà e giustizia. Noi rivendichiamo rispetto. Perché noi giovani di TerradiConfine non siamo solo delle “belle facce” da mettere agli angoli di una fotografia, o “solo delle braccia utili”. E a noi non piace essere strumentalizzati. Noi lavoriamo per raggiungere degli obiettivi, non per fare pubblicità alle persone.
Per tali motivi abbiamo deciso di rifiutare i fondi destinati alla nostra associazione.
Invitiamo le persone che hanno agito in questo verso a ripensare alle proprie azioni perché se ci può essere, come voi dite, una legalità sostanziale l’avete già tradita.
Ci teniamo a precisare che quanto accaduto non fa sì che non vi sia un plauso da parte nostra verso quelle persone che sono nelle istituzioni, presenti alla manifestazione, e che hanno mostrato vicinanza e totale appoggio al nostro agire (non facciamo nomi in virtù dei concetti espressi sopra) e a quelle associazioni presenti per cui proviamo stima e affetto.
Ma soprattutto verso quei bambini presenti ieri che si sono impegnati per l’iniziativa.
L’ass. Terra di Confine continuerà ad agire senza dover dar conto a nessun politico territoriale, nella consapevolezza che le nostre scarsità economiche e di forze sono la nostra libertà. Spesso usiamo la frase “un motivo per restare”, oggi diciamo “un motivo per lottare”.
Associazione di volontariato
“TerradiConfine”