Martedì 28 giugno 2016 ci siamo riuniti con un #UnPopoloinCammino al Lotto O, quartiere Ponticelli, dove poco tempo fa venne ucciso Ciro Colonna, l’ennesima vittima innocente della guerra di camorra che da mesi sta insanguinando la nostra città. Ucciso a pochi passi da casa sua, senza motivo, senza un perché, mentre stava aspettando un amico.
Pochi giorni dopo la sua morte ci ritrovammo proprio in quelle strade insieme a centinaia e centinaia di persone per ricordare Ciro, per onorare la sua memoria ma anche per dire, da subito, che quella morte non doveva passare inosservata. La memoria di Ciro deve diventare impegno, e il dolore che ci portiamo dentro lo dobbiamo restituire alla nostra città in forma di amore, di cambiamento, di bellezza.
Alla riunione del 28 giugno erano presenti la madre e il padre di Ciro: non lo nascondiamo, accanto a loro ci siamo sentiti piccoli piccoli, perché queste persone sono straordinarie, è straordinaria la loro forza, è straordinario il coraggio che stanno dimostrando. Forse è impossibile immaginare cosa voglia dire perdere un figlio di diciassette anni così, sparato sotto casa senza alcuna ragione… Un dolore di fronte al quale si potrebbe correre il rischio di restare muti, inermi… E invece la mamma e il papà di Ciro vogliono che la memoria del loro figlio resti viva nell’impegno, nella testimonianza, nel cambiamento…
La loro forza di fronte al dolore ci investe di una responsabilità enorme, la responsabilità di provare davvero a cambiare le cose.
Restiamo convinti che la strada che abbiamo indicato in questi mesi sia quella giusta: a Napoli la camorra si sconfigge con il lavoro, la scuola e la sicurezza sociale. Non deve accadere mai più che un ragazzo di diciassette anni muoia così, bisogna fermare questa scia di lutti atroci, intollerabili, che da mesi sta attraversando la nostra città.
Abbiamo detto sin dal primo istante che Ciro era innocente, ma dei colpevoli in questa storia esistono, queste morti hanno dei colpevoli. Colpevoli sono le mani che hanno sparato. Ma colpevoli sono anche le mani che dovevano agire, in questi anni, in questi decenni, e non lo hanno fatto: perché ci sono buchi neri di questa città dove non ci sono spazi di aggregazione, non c’è lavoro e quello che c’è è sfruttato e sottopagato, non ci sono politiche sociali, non c’è niente di niente, alle superiori molti smettono di andare a scuola. E non si può continuare a trattare questa situazione come fosse ordinaria: non c’è nulla di ordinario, se negli ultimi 18 mesi oltre 70 persone sono morte per le strade di questa città. Dove sta il presidente del consiglio? Dove sono i ministri? Dove i parlamentari campani? Li abbiamo visti solo per fare qualche promessa in campagna elettorale, e poi sono scomparsi. La morte di Ciro loro se la portano sulla coscienza, le loro mani sono sporche di sangue quanto quelle degli assassini.
Al Lotto O c’è tanta, tanta voglia di cambiamento e di riscatto. È una voglia di cambiamento che sta crescendo e che vincerà, e che presto si prenderà già la sua piccola rivincita. Non lontano da dove Ciro è stato ucciso, c’è un campetto di calcio che versa in uno stato di abbandono, senza reti, senza porte. Venerdì 8 e sabato 9 luglio gli amici di Ciro, la sua famiglia, le cittadine e i cittadini del Lotto O si riapproprieranno di quel campetto, lo aggiusteremo insieme, costruiremo le porte, sistemeremo le reti, pianteremo degli alberi nelle zone circostanti, realizzeremo un murales, e questo lavoro lo dedicheremo alla memoria di Ciro Colonna.