Un nuovo coloratissimo murales a Ponticelli, nella periferia orientale di Napoli. É stato realizzato in piazza Egizio Sandomenico, nel centro storico, ed è dedicato a Gaetano De Cicco, Domenico Guarracino, Salvatore Benaglia e Gaetano Di Nocera, le quattro vittime innocenti della strage di camorra del “bar Sayonara” avvenuta l’11 novembre 1989.

Un fatto tragico che ha segnato la vita dell’intero quartiere, in parte dimenticato col passare del tempo. Al di là delle vicenda giudiziaria c’è chi ha voluto raccontare la storia delle quattro persone coinvolte nella terribile vicenda che avvenne sul corso principale del quartiere. Da anni il presidio Libera Ponticelli raccoglie il dolore e la testimonianza dei familiari delle vittime trasformandoli in un monito di impegno per tanti, a partire dai giovani delle scuole della periferia orientale che, prima in classe e poi in strada, scelgono da che parte stare dopo aver conosciuto la violenza e la cattiveria dei gruppi criminali della zona.

Da quella profonda ferita, privata e pubblica nello stesso momento, è nata l’azione di comunità che ha permesso di costruite tante iniziative, dalla marcia di ogni anno fino all’opera di street art disegnata in questi giorni. Il murales è stato ideato e realizzato dall’associazione EST (Educazione, Sogno, Territorio) insieme ai bambini dell’istituto comprensivo 49° Toti Borsi Giurleo. L’iniziativa – supportata dalla VI municipalità del Comune di Napoli e realizzata col contributo del Forum Regionale dei Giovani della Campania – è promossa in collaborazione col presidio di Libera Ponticelli e delle realtà associative che lo compongono – SVT, Casa del Popolo, Arci Movie, associazione Renato Caccioppoli e TerradiConfine – col contributo dell’associazione Maestri di Strada nell’ambito del progetto Comuni-Care tramite il bando Scuole di Comunità della Regione Campania.

«In questo muro la traccia del passato e i colori più tenui non svaniscono ma si rarefanno e contribuiscono a far splendere i toni più sgargianti del presente: abbiamo immaginato così l’azione della memoria che guida chi oggi lotta come fiori di campo che crescono, nonostante tutto» afferma Sara Ferraioli, vicepresidente dell’associazione EST.

«Questa iniziativa non è la prima né sarà l’ultima di un percorso che vede impegnate le associazioni per portare avanti il discorso della legalità nel nostro quartiere» dice Silvia Guarracino, figlia di Domenico, vittima innocente nella strage. «Sono azioni che permettono a noi familiari di trasformare il dolore in un impegno costante contro le mafie e la criminalità in tutte le sue forme. Una iniziativa per conservare la memoria affinché il sangue dei nostri familiari possa servire a un reale cambiamento».

«L’azione più importante di questa iniziativa è stato l’effetto del murales sulle persone, che ne sono state partecipi: dalle signore di passaggio che ci chiedevano cosa stessimo combinando ai ragazzi, in genere seduti sul muretto, che hanno voluto dare una mano» racconta Giovanna Borrelli del presidio Libera e vicepresidente dell’associazione TerradiConfine.

«Lavoro, legalità e riqualificazione urbana: una forte attenzione per le periferie e per i suoi giovani» auspica Daniele Avitabile, delegato e presidente della commissione politiche giovanili di Napoli presso il Forum Regionale dei Giovani della Campania. «Un’attività che, oltre ad essere di rappresentanza giovanile, abbia anche dei risvolti concreti sui territori» conclude Avitabile.

Il murales è stato inaugurato venerdì 28 febbraio alle ore 10 alla presenza di tutti coloro che hanno collaborato nei giorni del cantiere. Il potere delle parole e delle immagini è tutto racchiuso sulla parete, prima imbrattata ed ora trasformata in una esplosione di segni e simboli, quelli della memoria e del riscatto.

articolo del Il mattino

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