Se vi scrivo è perché c’è una possibilità che quello che dico non sia solo un sogno, ma un progetto serio e possibile. Molti di voi hanno partecipato a qualche evento dell’associazione socio-politico culturale TerradiConfine. Voglio spiegare la mia esperienza in TdC.
All’età di 16 anni vivere a Ponticelli è difficile: non vuoi stare per strada perché hai paura di chi ti circonda, vedi il paese dove sei nato come una giungla pronta a sopraffarti. La voglia di emigrare ed evadere, la rabbia e la disperazione aumentano giorno dopo giorno. Fortunatamente per me, a 16 anni, non c’era solo questo, ma incontrai degli amici, organizzavano una festa con le loro forze, ma destinavano tutto l’incasso ad un’associazione, ecco TdC.
Mi proposero di iscrivermi alla newsletter, di partecipare a qualche assemblea. Una nuova realtà -ecco cos’è- un nuovo impegno, una nuova sfida. “Mamma oggi ho deciso di scendere, vado alla riunione di TdC”. Che paroloni, andare ad una riunione, sedersi in cerchio e discutere, insieme, di problemi, proposte, attività, sentire che le proprie parole hanno un peso, che gli altri ti ascoltano, hanno bisogno che tu esprima dei sentimenti, dei pensieri, ed alla fine, tutti insieme, si elabora qualcosa da portare al pubblico.
La prima trasformazione: da 16enne solo e senza prospettive, a 16enne impegnato ed accompagnato da altri ragazzi, per realizzare qualcosa di diverso. Dall’odiare la propria città, al discutere su come cambiarla.
Terra di Confine è composta da ragazzi con svariate conoscenze: c’è chi studia politica, chi fisica, ingegneria, lettere, psicologia, sociologia, e c’è anche chi, come me, va ancora al Liceo, ma può portare come bagaglio culturale le proprie esperienze e sé stesso.
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Io ho deciso di non rimanere con le mani in mano. Io voglio abbattere il muro di negligenza e di menefreghismo nella società moderna. Io voglio un’integrazione delle varie razze e delle persone con varie esperienze e credenze, ma che siano tutti favorevoli al bene collettivo. Io voglio vedere una città verde, pulita, dove i ragazzi sono in forma perché vanno in bici, trascorrono i pomeriggi stesi sui prati dei parchi e la sera possono mangiare un gelato in compagnia dei propri vicini di casa, senza aver paura di niente e di nessuno.
Io voglio un paese con un’altra mentalità, ma per farlo non possiamo ricorrere alla guerra armata, bensì alla guerra culturale.
Non voglio farmi fregare mai più da nessuno: politica, camorra, società. Gomme bruciate, scuole che cadono a pezzi, parchi abbandonati, ragazzi, senza casco ed a 3 sui motorini, Uomini&Donne, reality show…BASTA. Quello che sarà, d’ora in avanti, è la politica dei giovani, delle nuove proposte, del nuovo mondo, che oggi nasce, domani cresce, e diventerà storia.
Dobbiamo iniziare dai giovani, dalle nuove leve, coltivare ed istruire alla cultura della solidarietà e delle virtù i ragazzi, dare vita a progetti interessanti, coinvolgenti, divertenti ed istruttivi.
Spero che altri ragazzi si uniscano al nostro cammino: in due anni TdC ha costruito tanto, dal supporto alle popolazioni rom cacciate a suon di fiamme, fino alle feste di piazza a Ponticelli, dalla campagna per riaprire i parchi, alla campagna contro il degrado urbano, passando per tornei di calcio, cineforum, focus culturali e doposcuola sociali. I nostri successi non si possono più contare, quanto stiamo crescendo grazie a TdC nessuno lo può immaginare, ma abbiamo bisogno di altri ragazzi, di allargare il cerchio, abbiamo bisogno del vostro aiuto.
Immaginate quanto sarebbe bello avere una sede, un centro giovanile a Ponticelli, dove tutti noi possiamo andarci liberamente, studiare, ricevere aiuti per lo studio, per il lavoro, per qualsiasi problema, organizzare insieme eventi culturali e ludici, avere un punto saldo, una seconda casa.
Aiutare TdC significa diffondere l’ideologia, diffondere un modo di essere, combattere al nostro fianco, mettendo a disposizione il tempo che si può, i mezzi e le abilità propri.
Piuttosto che morire lentamente così, preferisco affrontare la vita, divertirmi con i ragazzi di TdC, credere, sperare, agire e dare un senso alla mia esistenza su questa Terra (di confine).